L’attività fisica rallenta l’invecchiamento cerebrale

giornata-mondiale-alzheimer-280x385

A proposito di prevenzione e buone notizie, una recente ricerca dell’Università di Adelaide ha dimostrato che bastano 30 minuti di attività fisica per migliorare le nostre capacità cognitive relative a coordinazione, memoria, apprendimento. Secondo il reponsabile dell’Equipe medica che ha condotto lo studio, il prof. Micheal Ridding, questa scoperta non solo conferma il ruolo dell’attività fisica per rallentare l’invecchiamento, ma offre anche nuove aree di ricerca in ambito riabilitativo per il recupero di danni cerebrali. Lo studio è basato sull’osservazione di un gruppo di adulti, tra i 20 e i 30 anni, a cui è stato chiesto di andare in bicicletta per 30 minuti. Da tale osservazione è emerso che l’attività fisica dà origine a cambiamenti fisici e chimici nel nostro corpo che stimolano a loro volta la plasticità nel tessuto cerebrale, e quindi danno vita a una maggiore capacità di riorganizzazione tra la cellule nervose e le diverse zone del cervello (dopo un trauma per esempio) con benefici importanti per la prevenzione delle demenze.

Sempre in tema di rigenerazione cellulare e longevità, un recentissimo studio effettuato dal Consiglio Nazionale delle Ricerche (Ibcn – Cnr) di Roma e pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica “Stem Cells”, ha invece evidenziato che la corsa stimola la produzione di nuove cellule staminali, responsabili anche delle cellule responsabili delle nostre capacità mnemoniche. Lavorando su cavie da laboratorio con deficit neuronali e comportamentali, causati dalla mancanza del gene Btg1  – gene che agisce da freno proliferativo delle cellule staminali – i ricercatori del CNR hanno scoperto che in assenza di questo gene, la neurogenesi deficitaria e il processo di perdita di staminali ripartono nel momento in cui si pratica un’attività fisica, scatenando una super proliferazione cellulare con un effetto prolungato nel tempo. Vale a dire, rallentando o bloccando il processo d’invecchiamento.

E ancora: stando invece ai risultati di uno studio di un paio di anni fa condotto dall’Università di Edimburgo, la rigenerazione neuronale provocata dallo sport o dall’attività fisica regolare non ha limiti di età. In questo caso, i ricercatori inglesi hanno analizzato i dati clinici e le abitudini quotidiane di 638 persone nate nel 1936, sottoposte a risonanza magnetica all’età di 73 anni. A tre anni dalla prima risonanza magnetica, un secondo esame di tutti i volontari ha rivelato che il cervello di coloro che avevano fatto più attività fisica aveva subito una riduzione minore nel volume di tessuto cerebrale rispetto a coloro che avevano svolto un livello minimo di movimento. Anche la stimolazione cerebrale, tramite letture o cruciverba, non era stata sufficiente a colmare il gap se nel frattempo il corpo era restato fermo.

Cosa ne pensi di questo articolo? Lasciaci un commento