Teepa Snow è una terapista occupazionale californiana specializzata in demenza che da oltre 30 anni insegna metodi e strumenti per aiutare le persone con declino cognitivo e i loro famigliari a comprendere la malattia e a conviverci meglio, giorno dopo giorno.
Il suo sito teepasnow.com – purtroppo disponibile solo in inglese – è una piccola miniera di consigli per migliorare la dignità e il benessere sia di chi è malato che di chi assiste. L’articolo che segue è un piccolo ma importante esempio dell’approccio di Teepa alla malattia.
Buona lettura!
Eloisa
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5 consigli utili per interagire con le persone con demenza (Teepa Snow, 2014)
1. Fate un passo indietro
Quando non riuscite a farvi capire, avete due possibilità: potete scegliere di continuare a persuadere l’altra persona, aspettandovi che le cose peggiorino, oppure potete fare un passo indietro per riflettere. Quanto sta accadendo è più complicato di quanto pensiate. Nello sforzo di aiutare l’altro, potreste aver invece creato un problema. La persona che vi sta davanti sta facendo del suo meglio: smettetela di giudicarla.
Dovete diventare dei buoni investigatori. Il vostro cervello funziona meglio del loro, per cui usatelo! Fate un passo indietro e analizzate le loro capacità. Siate consapevoli delle complessità con cui avete a che fare.
Cercate di comprendere la causa del comportamento dell’altra persona – quali sono le ragioni per cui si sta comportando o sta parlando in quel modo? Quale potrebbe essere il bisogno emotivo dietro a tale comportamento? E’ possibile che si tratti di un bisogno fisiologico? Che cosa sta cercando di comunicare l’altra persona?
Provate a guardate la situazione dal punto di vista dell’altro.
2. Rispondete (non reagite)
Quello che pensavate dovesse succedere non è successo. La persona non reagisce nel modo desiderato (o che vi sareste aspettati). Vi sentite frustrati e vi state arrabbiando. Che fare?
Smettetela di reagire: smettetela di correggere, smettetela di indicare “errori”, smettetela di sistemare le cose. Smettetela di alzare la voce e di insistere. Quante volte avete ripetuto “Te l’avevo detto”? Smettetela e basta.
Non discutete con la persona con demenza. Liberatevi da quel modo di fare!
Usate le stesse parole che usa la persona che assistete per relazionarvi con lei. Si chiama linguaggio riflessivo. Ripetete le cose che la persona vi ha detto – riconoscete e confermate quello che prova, i suoi sentimenti. Non si tratta di decidere cosa è giusto o cosa è sbagliato. Potreste anche dovervi scusare dicendo “Mi dispiace, hai ragione”.
3. Fate programmi – ma aspettatevi di doverli cambiare
Fate un piano di azione, pensateci bene, e organizzatevi per metterlo in pratica. Procuratevi un’agenda in cui scrivere appuntamenti, attività e orari. Siete consapevoli di come vorreste che le cose andassero. Tuttavia, siate anche flessibili.
Se il vostro piano non funziona, non potete forzare le cose! Poiché è quello che voi stessi avete deciso, siete liberi di adattarlo alle circostanze e esigenze del momento. Era solo un programma! Cercate di capire il da farsi.
Pensate sempre a possibili alternative: piano B, C, D, ecc.
4. Cercate di capire ciò che potete e non potete controllare
Dovete smetterla di voler controllare ciò che è oltre il vostro controllo. Non siete in grado di controllare la demenza della persona che assistete o il suo passato – vale a dire quello che le persone sono state prima di ammalarsi. Non potete controllare/riparare/cambiare il loro comportamento.
Potete invece controllare, almeno in parte, l’ambiente in cui vi trovate; vale a dire la sua atmosfera, l’ambiente fisico e sensoriale, gli oggetti che vi circondano e il modo in cui la persona che assistete trascorre il tempo. Qual è la cosa più importante da fare? Come trascorrerà la sua giornata?
Potete provare a controllare voi stessi – coltivando le vostre competenze e conoscenze per migliorare il vostro impegno di cura.
Cambiate ciò che potete cambiare. Lasciate perdere tutto il resto.
5. Prendetevi cura di voi stessi
Quando qualcosa non va o non funziona, quando vi sentite frustrati o arrabbiati, è il momento di riposarvi. Lasciate andare per un attimo le circostanze in cui vi trovate. Fate almeno 3 respiri profondi – inspirate ed espirate profondamente!
Quando siete abbattuti, irritati, o disperati, la persona che assistete sentirà il vostro stato d’animo e reagirà al vostro livello di stress. In questi casi non le siete di aiuto, così come non lo siete nemmeno per voi stessi.
Respirando profondamente riuscirete a tornare a un livello emotivo più tranquillo che vi permetterà di fare chiarezza.
Oltre a ciò, non esitate a chiedere aiuto. E’ un lavoro difficile.
Per maggiori informazioni riguardo a Teepa Snow, visitate il sito internet teepasnow.com.
Grazie,
il “fate un passo indietro” mi ha colpito molto…soprattutto qando pensiamo di aver capito tutto, di avere la situazione sotto controllo e chiara…
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