Talvolta i sintomi di demenza possono derivare da cause reversibili, e quindi parzialmente o totalmente curabili. Questo è ad esempio il caso di disturbi cognitivi associati a diagnosi di depressione maggiore, delirium, disfunzioni della tiroide, consumo eccessivo di alcolici o alcune insufficienze vitaminiche. Altre cause reversibili di demenza possono includere:
- Dipendenza cronica o a lungo termine da sostanze (droghe, alcol, alcuni farmaci, ecc.)
- Tumori che possono essere rimossi
- Ematomi subdurali (accumulazione di sangue nello spazio intracranico; possono essere dovuti a traumi o ad abuso d’alcol, a crisi epilettiche o terapie con anticoagulanti) Idrocefalo normoteso (a pressione normale)
- Disordini metabolici, ad es. creati da un’insufficienza della vitamina B12
- Ipotiroidismo (una condizione causata da una tiroide ipoattiva, ovvero che non riesce a produrre ormoni tiroidei in quantità sufficienti a far funzionare normalmente il corpo)
- Ipoglicemia (una condizione causata dal livello basso di zuccheri nel sangue).
Talvolta i sintomi di demenza possono essere causati dall’assunzione di alcuni farmaci. Non a caso, l’eventuale effetto avverso dei farmaci è una delle aree di valutazione quando si procede a una diagnosi differenziale di demenza. Semplificando un po’ si può dire che il danno cognitivo indotto-da-farmaci può manifestarsi sia sotto forma di delirium che di demenza. Mentre il delirium indotto-da-farmaci si riferisce allo sviluppo di uno stato confusionale acuto, la demenza implica più alterazioni croniche delle funzioni mentali. Il danno cognitivo indotto-da-farmaci è la causa reversibile più comune di confusione. Può essere relativo alla dose o, in alcuni casi di delirium, può essere dovuto a un’eccessiva sensibilità al farmaco stesso.
Si parla invece di demenza irreversibile quando le cause dei sintomi sono di natura degenerativa e quindi progressiva come nel caso della malattia di Alzheimer, delle demenze frontotemporali e vascolari, della demenza a corpi di Lewy e tutte le altre forme di demenza più rare. In questi casi i sintomi tendono a peggiorare nel tempo man mano che le cellule cerebrali subiscono un danno e quindi muoiono.
A PROPOSITO DI DEMENZA E FARMACI
Le persone anziane sono particolarmente a rischio di interazioni farmacologiche avverse in quanto non solo spesso assumono molti farmaci (polifarmacia) per trattare diverse malattie o comorbilità ma, rispetto alla popolazione più giovane, hanno una capacità di reazione ai farmaci che li rende più vulnerabili agli effetti avversi (es. ridotto metabolismo ossidativo, ridotta funzionalità renale, ridotta capacità di mantenere un adeguato stato nutrizionale, ecc.). E’ inoltre opportuno tenere conto che il rischio di impatto sulle capacità cognitive aumenta con l’aumentare del numero di farmaci assunti. I principali farmaci che possono causare un decadimento cognitivo includono: analgesici (oppioidi e non oppioidi o FANS), anticolinergici, antidepressivi, antiepilettici, antiipertensivi, antistaminici, antiparkinsoniani, antipsicotici, benzodiazepine, corticosteroidi, fluorochinoloni, inibitori di pompa protonica (PPI), litio, terapia ormonale sostitutiva (Fonte: Malati per forza, Ferdinando Schiavo, 2014)