Coltivare l’orto fa bene, adesso ne abbiamo le prove: Le testimonianze di Frank e Fanny

Nella foto Francesco (Frank) Parisotto
Nella foto Francesco (Frank) Parisotto, attivista ed esperto per esperienza. Frank convive con una diagnosi di CADASIL

Da qualche mese il nostro attivista ed esperto per esperienza Francesco Parisotto, detto Frank, ha scoperto che prendersi cura delle piante e coltivare i propri ortaggi – w le zucche! – è un vero e proprio toccasana. Non solo: per Frank, che convive con una diagnosi di CADASIL dal 2015, riscoprire che la vita può offrire ancora tante soddisfazioni significa ricominciare a investire nel futuro.

La CADASIL (acronimo che sta per Cerebral Autosomal Dominant Arteriopathy with Subcortical Infarcts and Leukoencephalopathy, ovvero cerebropatia autosomica dominante a infarti lacunari sottocorticali e leucoencefalopatia, è una malattia genetica rara che colpisce i vasi sanguigni nel cervello. Questa condizione può causare ictus ischemici, emicranie con aura, disturbi dell’umore problemi di memoria, difficoltà cognitive e altri sintomi neurologici. Nel tempo, il danno neurologico può portare a deterioramento neurocognitivo tale da compromettere il livello di autonomia e auto-sufficienza.

Come si può immaginare, la quotidianità di chi convive con questa diagnosi può essere molto faticosa. Sappiamo ad esempio che Frank, che ha 58 anni, soffre di continue emicranie: ci sono giorni in cui si sente molto confuso e fa fatica a svolgere anche le attività più semplici; ci sono altri giorni in cui le difficoltà e i sintomi così importanti da costringerlo a rivolgersi al pronto soccorso. Quando si incontra con il nostro gruppo di Padova, Frank parla spesso della sua depressione e di quanto a volte in questi anni si è chiesto il senso di tanta sofferenza.

Ma da quando lo scorso marzo ha cominciato a frequentare le attività di ortoterapia alla Fattoria Pachamama di Marostica, in provincia di Vicenza, e altre fattorie sociali del vicentino, la sua energia vitale si è rinnovata. Ne ha parlato lo scorso 6 maggio al seminario “Therapeutic Horticulture e Benessere” che si è tenuto presso la Facoltà di Scienze Agrarie e Alimentari dell’Università degli Studi di Milano.

Frank a Milano - progetto ortoterapia Vicenza
Frank Parisotto al Convegno di Milano per presentare il progetto “Ortoterapia in Fattoria”

Ecco uno stralcio del suo discorso:

Grazie al progetto di Ortoterapia in Fattoria ho riscoperto la voglia di vivere e condividere le mie esperienze, perché sono sempre alla ricerca di strategie per affrontare al meglio ogni giornata (con la musica, la lettura, i gruppi di auto mutuo aiuto, le associazioni, la poesia, ecc.) […]

Con il progetto di Ortoterapia ho riscoperto:

  • la mia parte creativa (ho progettato e realizzato un ORTO CREATIVO costruito con prodotti di riciclo, come spalliere di letto in ferro, vecchie biciclette e cestini per coltivare le zucche)
  • le mie competenze che pensavo dimenticate (riuscire a pensare, progettare e realizzare un progetto che era solo nella mia mente)
  • il lavoro in gruppo (perché l’unione fa la forza).

Sono convinto che il progetto di Ortoterapia sia solo l’inizio di un percorso di riscoperta e condivisione.

E, come dico sempre, basta toccare i tasti giusti… come i tasti di un pianoforte. Quando un neofita prova a suonare un piano, può sbagliare tasti, o stonare perché i tasti non sono accordati. Ecco, questo succede anche a noi persone con un disturbo neurocognitivo, basta toccare le parole giuste, i ricordi magari lontani, quei momenti a volte offuscati, i profumi, gli odori, e tutto torna a colori.
A volte la memoria fa cilecca, ma le emozioni rimangono, e facendo leva su quelle possiamo risvegliare ricordi che sembravano persi o dimenticati, ma erano solo addormentati in attesa dei “tasti giusti”.

Diciamoci la verità, nessuno di noi è pronto per ricevere una diagnosi di malattia, figuriamoci se si tratta di disturbo neurocognitivo. Per questo è molto importante non restare soli. A volte basta solo un po’ di sincera empatia, un po’ di ascolto, un po’ di progetti inclusivi come l’ortoterapia.

Cliccando qui, potete ascoltare la registrazione audio della sua presentazione.

Il seminario è stato organizzato nell’ambito del progetto “Hortus Medicus” che ha l’obiettivo di creare un curriculum formativo a livello europeo per formare la figura del terapista orticulturale. Frank è stato inviato all’evento insieme ai rappresentanti del progetto “Ortoterapia in fattoria” di cui fa parte la Fattoria Pachamama, insieme ad altre tre aziende agricole vicentine (Fattoria il PomoDoro di Bolzano Vicentino, Fattoria Didattica Ca’ dell’Agata di Zugliano e Fattoria Sociale Massignan di Brendola).

Prototipo di riciclo creativo made by Frank – una struttura di supporto per le zucche

Gli obiettivi del progetto li ha identificati lo stesso Frank nel suo discorso a Milano:

Il progetto di Ortoterapia è per me la soluzione perfetta per tanti motivi:

  • per restituire dignità alla persona;
  • per mantenere l’autonomia raggiunta con fatica in tanti anni di vita;
  • per non avere paura del cambiamento;
  • per non lasciarsi fermare dalla paura;
  • per non lasciarsi spaventare dal rischio;
  • per alleggerire la pressione e la preoccupazione dei familiari-caregiver;
  • per non sentirsi soli.

Ortoterapia in Fattoria è un progetto finanziato dalla Regione Veneto che nasce dalla collaborazione di associazioni vicentine Volontariato Alzheimer ODV Zanè-Alto Vicentino, AMA ODV Ovest Vicentino, AVMAD Onlus di Vicenza, AMAd Bassano del Grappa, in associazione con l’associazione EsserVi APS che si occupa del supporto scientifico. Il progetto, coordinato dal Dott. Mario Zerilli e dal Dott. Leonardo Dalla Costa, è rivolto a persone con varie tipologie di disturbo neurocognitivo (mild cognitive impairment o MCI, Alzheimer a esordio precoce, demenza vascoltare e demenza frontotemporale) che hanno meno di 70 anni.

Le attività progettuali sono iniziate lo scorso inverno con 4 incontri di formazione per gli operatori e i volontari dedicati a conoscere i bisogni delle persone con demenza, ai benefici dell’ortoterapia e alle modalità di co-progettazione delle attività in fattoria. Ad esempio, alla Fattoria PACHAMAMA Frank ha realizzato:
– un supporto per zucche 🎃, costruito con biciclette, cestini e spalliere di letto in ferro;
-un’aiuola per fragole 🍓, costruità con pneumatici colorati con bomboletta spray colore acrilico.

Anche Novilunio è stato coinvolto dai coordinatori del progetto all’ultimo incontro di formazione che si è tenuto lo scorso febbraio, per organizzare una sessione di “co-design creativo” insieme ai nostri esperti per esperienza del gruppo di persone con diagnosi di Padova. È stata un’esperienza molto positiva e produttiva per tutti, a partire dai nostri eroi del gruppo padovano che hanno potuto mettere in gioco le loro competenze ed esperienze per aiutare gli operatori e volontari a comprendere meglio il loro punto di vista e in particolare i loro bisogni di coinvolgimento, autonomia e dignità.

Le attività di ortoterapia del progetto sono iniziate lo scorso marzo e continueranno fino a luglio con incontri settimanali per le persone con diagnosi presso le fattorie sociali vicentine e con momenti di supporto di gruppo anche per i rispettivi familiari di riferimento.

Fanny e Frank
Nella foto, Fanny Valle e suo marito Frank Parisotto

E a proposito di familiari, la ricaduta di questo tipo di attività su di loro è altrettanto importante e ricca di potenzialità. Qui di seguito riportiamo alcune parole che Fanny, la moglie di Frank ha condiviso con i partecipanti del seminario di Milano:

Mi presento, mi chiamo Fanny (molti mi conoscono come Fenny), ho 53 anni e sono sposata dal 1999 con Francesco (Frank) e quest’anno, a settembre, festeggeremo i 25 anni matrimonio (Nozze d’Argento) … siamo entrambi persone con disabilità. Frank convive con una diagnosi di CADASIL mentre io ho una diagnosi di sclerosi multipla.

Il progetto di Ortoterapia in Fattoria ha veramente ridato luce e speranza alle nostre giornate. Vedere Frank che torna a casa con un sorriso stampato sul viso, non ha prezzo. Frequentare settimanalmente la fattoria è uno stimolo e un motivo per alzarsi, per uscire, per progettare, per vivere e soprattutto per combattere la depressione che, purtroppo fa parte di lui e di noi. Sentirlo parlare di progetti, dell’orto, della coltivazione, dell’uso e riuso dei materiali più strani mi dà immensa gioia.

Frank è sempre stato una persona “affamata” di conoscenze, con uno spirito critico e talvolta un po’ “bastian contrario”; un uomo dai mille interessi, sempre disponibile verso il prossimo, con un grande senso civico, rispetto delle regole e spirito di abnegazione; ha frequentato corsi di fotografia, di crescita personale e di marketing puntando soprattutto al “pensiero laterale” e a pensare “fuori dagli schemi”.

Questo nuovo progetto ha stimolato la sua fantasia e la sua creatività e gli ha già permesso di realizzare un suo progetto per coltivare le zucche.
La Natura lo ha anche ispirato a ricominciare a scrivere poesie.
Finalmente ha ricominciato a parlare di futuro, di progetti e, soprattutto, di riciclo creativo, riutilizzando materiali di scarto dalle vecchie biciclette, a pezzi di arredamento, da pneumatici usati a bottiglie di plastica, dalle lattine ai vestiti vecchi e molti altri.


Anche per me questo progetto è diventato particolarmente interessante, soprattutto da quando Frank mi ha detto: “Vedi Fanny, come una vecchia bici, una bottiglia usata, un vestito rotto, vengono gettati via perché non servono più, così mi sento anche io quando le persone non capiscono che sono cambiato, che ho delle difficoltà, che sono lento…. Ma il cambiamento non deve spaventare; voglio far capire a tutti che io esisto e che posso ancora dare, fare ed essere”.

Nonostante la nostra situazione di disabilità (soprattutto i miei limiti fisici), il progetto di Ortoterapia in Fattoria è estremamente appagante, rigenerante per entrambi e soprattutto stimolante per progettare una fattoria sempre più inclusiva, senza limiti, senza barriere ed alla portata di tutti.

Crediamo sia proprio questo il senso di questo tipo di attività: poter riscoprire che la vita può ancora riservare tante soddisfazioni quando si ha la possibilità di rimettersi in gioco con tutto ciò che abbiamo da offrire.

Per maggiori informazioni sul progetto Ortoterapia in Fattoria, potete leggere l’articolo pubblicato sul sito dell’associazione EsserVi che trovate qui.

Grazie alle sempre più solide evidenze scientifiche, la Regione Lombardia ha recentemente deciso di investire in attività di ortoterapia per aiutare le persone che vivono diverse tipologie di disagio o hanno diagnosi che le mettono a rischio di inattività o esclusione sociale.

Con il provvedimento votato oggi dall’Aula modifica la legge n°18 del 2015 “Disposizioni in materia di orti didattici, urbani e collettivi”, il Consiglio Regionale della Regione Lombardia ha introdotto la categoria degli orti riabilitativo-terapeutici che potranno sorgere su terreni pertinenziali degli enti pubblici (Comuni, scuole, ospedali, istituti di pena, ecc.) e delle realtà socioassistenziali che si occupano di soggetti che appartengono a categorie svantaggiate o fragili (persone anziane, con disabilità, ecc.).
A seguito dell’estensione dei possibili beneficiari, la dotazione finanziaria della legge attualmente in vigore viene aumentata da 150mila a 400mila euro sempre a valere sui fondi della Direzione Generale Agricoltura.

“L’ortoterapia – ricorda una nota del Consiglio Regionale della Lombardia – è una terapia complementare di tipo non convenzionale che si affianca a quelle tradizionali e viene definita a livello internazionale come ‘pratica riabilitativa che prevede il coinvolgimento del paziente in attività di ortocultura con l’assistenza di un terapista formato e al fine di raggiungere obiettivi terapeutici specifici sia sul piano fisico che su quello psicologico’. Il primo ad osservare i molteplici effetti benefici sui pazienti delle pratiche di orticultura e giardinaggio fu il padre della psichiatria americana Benjamin Rush. Da allora la pratica si è diffusa in tutto il mondo”.