12 fattori per prevenire le demenze: ecco il nuovo Rapporto Mondiale

12 fattori di rischio - Rapporto Mondiale Alzheimer Demenze

I fattori di rischio e di protezione sono al centro del Rapporto mondiale Alzheimer 2023, intitolato “Ridurre il rischio di demenza: mai troppo presto, mai troppo tardi”, presentato oggi dalla federazione Alzheimer’s Disease International, in occasione della XXX Giornata Mondiale dell’Alzheimer e delle altre demenze.

Obiettivo principale del rapporto e della campagna di sensibilizzazione di quest’anno è quello di promuovere il ruolo della prevenzione del deterioramento neurocognitivo, sia in termini di fattori di rischio che possono contribuire al suo esordio, e sia in termini di fattori protettivi che viceversa lo possono ritardare, e potenzialmente addirittura prevenire. L’intento è quello di favorire l’adozione di nuove e più incisive strategie di salute pubblica e allo stesso tempo incoraggiare la popolazione generale, incluse le stesse persone che hanno già ricevuto una diagnosi di demenza, ad adottare stili di vita sani e attivi.

Oltre a fornire una panoramica dei fattori di rischio modificabili e non modificabili, il rapporto “Mai troppo presto, mai troppo tardi” contiene gli interventi di circa 90 ricercatori ed esperti, operatori sanitari, politici, persone che convivono con la demenza e i loro familiari. In particolare, il documento include le ultime ricerche in termini di prevenzione e benefici a lungo termine e offre una serie di casi studio interessanti che indicano come la riduzione del rischio di demenza si esprima in modi concreti in tutto il mondo.  Ad esempio, il rapporto include l’esperienza di una comunità di centenari che vivono a Ogimi, Okinawa, un villaggio giapponese della “zona blu”, famoso per la ’sua longevità dei residenti. Si parla anche di come un piccolo pesce sta facendo la differenza nel ridurre il rischio di demenza in Sud Africa.

Il rapporto evidenzia inoltre le disparità globali nella capacità e nei mezzi a livello individuale per mitigare il rischio di demenza e invita i governi all’azione affinché mettano in atto cambiamenti sistemici basati sulla popolazione per promuovere la riduzione del rischio e aumentare l’impegno nella ricerca sulla demenza.  

  1. In assenza di una cura o di un trattamento accessibile a livello globale, la riduzione del rischio rimane il modo più attuabile e proattivo per combattere la demenza.
  2. Così come succede per qualunque altro problema complesso, non esiste una risposta semplice o una magic bullet per la demenza. Ci sono invece passi tangibili – grandi e piccoli – che si possono intraprendere per ridurre il rischio… e qualsiasi passo è meglio di niente. Ad esempio:
  • Adotta una dieta alimentare più sana possibile: diversifica i gruppi alimentari che consumi ed evita gli alimenti ultra-processati.  
  • Ci sono molti modi per mangiare bene; si possono adottare diete personalizzate che includono alimenti che provengono dalle località in cui si vive e sono adatti ai propri bisogni.  
  • Attività fisica – bisogna essere creativi: camminare, andare in bicicletta, fare tai chi, ballare… tutto aiuta.  
  • Continua ad apprendere cose nuove: sfida il tuo cervello, ad esempio imparando una lingua straniera oppure facendo cruciverba, cantando, ecc…  
  • Presta attenzione alla tua salute cardiovascolare e a qualsiasi altra malattia cronica.  
  • Mantieniti in contatto con gli altri – gli esseri umani sono animali sociali; la socializzazione promuove la salute del nostro cervello e riduce la depressione e l’isolamento.  
  • Presta attenzione alla tua salute fisica in generale: controlla la salute dei tuoi denti, evita i traumi cranici, assicurati di dormire a sufficienza, non fumare né bere quantità eccessive di alcol.  
  • Un possibile punto di svolta per la propria salute è l’utilizzo di un apparecchio acustico per chi soffre di perdita dell’udito. Le evidenze scientifiche non solo hanno dimostrato che gli apparecchi acustici rallentano il declino cognitivo, ma possono essere una misura conveniente e scalabile per i governi e i sistemi sanitari di tutto il mondo, specialmente in Paesi con reddito medio e basso, per ridurre il declino cognitivo.  
  1. La riduzione del rischio è un impegno permanente ed è più efficace quando le buone abitudini per mantenersi sani e attivi vengono adottate in giovane età.
  2. La riduzione del rischio non finisce con la diagnosi: anche le persone con demenza possono implementare cambiamenti di stile di vita sani, volti a rallentare la progressione della loro condizione. Sono necessari ulteriori studi e sforzi per garantire che le persone a cui è stata diagnosticata la demenza abbiano accesso all’educazione e al supporto necessari per modificare i loro comportamenti e continuare a vivere una vita di senso.
  3. Alcuni rischi non possono essere affrontati individualmente. I governi devono affrontare questioni più ampie come dare vita e promuovere spazi verdi per fare esercizio in sicurezza, promuovere misure per ridurre l’inquinamento atmosferico, migliorare l’accesso all’istruzione (in particolare per le ragazze), promuovere un accesso più equo all’assistenza sanitaria e dare vita a regolamenti / linee guida sui fattori di rischio associati al consumo di alimenti ultra-elaborati, ecc.
  4. I governi devono fornire sostegno e incentivi alle persone per incoraggiarle a ridurre il proprio rischio di deterioramento cognitivo. Ad esempio, possono finanziare i sistemi sanitari pubblici territoriali in modo che possano svolgere un ruolo fondamentale nel facilitare il cambiamento degli stili di vita.
  5. A livello internazionale, è necessaria un’estensione del piano d’azione globale sulla demenza oltre il 2025. ADI invita gli Stati membri a presentare questa iniziativa all’OMS per garantire che la demenza rimanga una priorità sanitaria globale. ADI rileva inoltre che gli Stati membri si sono già impegnati a ridurre il rischio attraverso l’area d’azione 3 del piano d’azione globale.
  6. ADI invita i governi a sviluppare solide strategie di riduzione del rischio da includere nei loro piani nazionali di demenza, in modo che siano allineati con gli obiettivi di riduzione del rischio delle malattie non trasmissibili (NCD). Riconoscendo ufficialmente che le NCD hanno fattori di rischio in comune con le demenze, si potrebbero sfruttare le campagne di sensibilizzazione pre-esistenti (per le malattie non trasmissibili) e persino crearne di nuove, implementando così politiche di salute pubblica integrate.
  7. Il campo di azione della riduzione del rischio si sta evolvendo rapidamente ma, se vogliamo affrontare il rischio di demenza in tutta la comunità globale, è fondamentale garantire la diversità e l’inclusione in tutte le ricerche.
  8. ADI chiede ai governi di mantenere l’impegno assunto e investire ulteriormente nella ricerca sulla riduzione del rischio, per favorire nuove conoscenze e innovazioni finalizzate a promuovere l’invecchiamento sano, anche dopo una diagnosi.

I fattori di rischio individuati nel rapporto di ADI sono:

  1. fumo
  2. attività fisica
  3. alcol
  4. inquinamento
  5. trauma cranici
  6. isolamento sociale
  7. basso livello educativo
  8. obesità
  9. ipertensione
  10. diabete
  11. depressione
  12. compromissione dell’udito.

Alcuni di questi fattori dipendono dallo stato di salute del singolo individuo e dal comportamento che ciascuno di noi mette in atto nella cura di sé (ad es. attività fisica, consumo di alcol o fumo, utilizzo di apparecchi per i deficit dell’udito). Altri fattori sono strettamente legati a condizioni biopsicosociali su cui possiamo avere invece un controllo limitato (ad es. isolamento sociale, traumi cranici, depressione, ecc.). Ci sono anche fattori (ad es. l’inquinamento, il livello di istruzione, ecc.) che invece dipendono fortemente da politiche sociali e ambientali su cui il singolo cittadino ha poco controllo.

È importante fare queste distinzioni, altrimenti si rischia di colpevolizzare il singolo individuo per non essere stato in grado di prevenire la sua diagnosi. Moltissime persone hanno una diagnosi di demenza nonostante abbiano sempre vissuto una vita molto sana e attiva, ricca di impegni e relazioni, e magari lontano da fonti di inquinamento. Purtroppo la scienza non è ancora arrivata al punto di conoscere tutte le cause di demenza. Quelle individuate finora rappresentano circa il 40 percento dei casi prevedibili.

Detto ciò, è importante capire che per prevenire il deterioramento neurocognitivo si può fare qualcosa e questo qualcosa è a portata di tutti, anche quando ci sono già sintomi importanti.

«La decisione di affrontare il tema della prevenzione anche dal punto di vista pratico viene dalla constatazione, anche da parte dei massimi specialisti, dello scarso impegno per contrastare la demenza agendo sui fattori di rischio modificabili nonostante le robuste evidenze» ha commentato Paola Barbarino, CEO di Alzheimer’s disease international (ADI), la federazione delle associazioni Alzheimer di tutto il mondo, nell’intervista rilasciata a Vita Magazine.

Abbiamo tradotto dal sito ADI i punti chiave dei fattori di rischio e di protezione individuati finora dalla comunità scientifica:

I fattori di rischio sono situazioni o condizioni associati all’insorgenza di una determinata malattia. Quando sono presenti, c’è una maggiore probabilità, ma non una certezza, che la malattia si svilupperà. Ad esempio, non tutti i fumatori sviluppano malattie cardiache e non tutte le persone con malattie cardiache sono stati fumatori. Tuttavia, il fumo è un importante fattore di rischio per le malattie cardiache.

Alcuni fattori di rischio possono essere modificati. Ad esempio l’abbassamento della pressione sanguigna riduce il rischio di ictus. Altri fattori di rischio non possono invece essere modificati, come ad esempio l’età o la familiarità con una certa malattia.

Il più importante fattore di rischio per l’Alzheimer e le altre demenze è l’invecchiamento. Sebbene l’età aumenti il rischio di deterioramento neurocognitivo, la demenza non è una fase normale dell’invecchiamento.

Oggi sappiamo che esistono più di 20 geni che influenzano il rischio di sviluppare una demenza. Il gene APOE è stato il primo ad essere scoperto in relazione al rischio di sviluppare la malattia di Alzheimer ed è tuttora considerato il gene più importante nelle demenze di Alzheimer. Ci sono anche geni che causano direttamente la demenza, ma sono rari – si stima che rappresentino meno dell’1% dei casi di demenza e causino forme di demenza a esordio giovanile o precoce, in cui i sintomi si sviluppano di solito prima dei 60 anni.

Le donne hanno maggiori probabilità di sviluppare la malattia di Alzheimer rispetto agli uomini, anche in considerazione del fatto che vivono in media più a lungo degli uomini. Le ragioni di questa disparità non sono ancora chiare.

Anche se non possiamo cambiare i nostri geni o smettere di invecchiare, ci sono cambiamenti che possiamo adottare per ridurre il rischio di demenza. A livello individuale possiamo cambiare il nostro stile di vita, mentre a livello di società possiamo adottare cambiamenti di portata più ampia.

Le evidenze scientifiche hanno individuato 12 fattori di rischio potenzialmente modificabili, responsabili fino al 40% dei casi di demenza [ndr. In altre parole (e in teoria), se fossimo in grado di modificarli tutti e 12 saremmo in grado di ridurre i casi di demenza del 40%].

Anche se cambiare il proprio comportamento è difficile, e alcune fattori di rischio potrebbero non essere controllabili a livello individuale, ognuno di noi possiede un enorme potere nella possibilità di ridurre il rischio di demenza. Molti dei fattori di rischio individuati per le demenze hanno lo stesso ruolo anche per altre malattie non trasmissibili come ad esempio le malattie cardiache, il cancro, il diabete e le malattie respiratorie croniche.

Mantenersi attivi, mangiare bene e impegnarsi in attività sociali: tutti questi comportamenti promuovono una buona salute del cervello e possono ridurre il rischio di sviluppare demenza. Mantenere il cuore sano, anche evitando il fumo e il consumo eccessivo di alcol, può ridurre il rischio di demenza e altre malattie.

Di seguito elenchiamo i singoli fattori di rischio, insieme a suggerimenti su come contrastarli e ridurre il loro impatto.

Inattività fisica

L’attività fisica regolare è uno dei modi migliori per ridurre il rischio di demenza. Fa bene al cuore, alla circolazione, al peso e al benessere mentale. Per le persone adulte, si raccomandano 150 minuti di attività aerobica moderata o 75 minuti di attività aerobica vigorosa ogni settimana.

Il fumo

Fumare aumenta notevolmente il rischio di sviluppare una demenza. Il fumo aumenta anche il rischio di sviluppare altre patologie, tra cui diabete di tipo 2, ictus e tumore al polmone e altre tipologie di tumore. Non è mai troppo tardi per smettere di fumare: anche quando si smette più in là negli anni, si riduce il rischio di demenza.

Consumo eccessivo di alcol

L’abuso di alcol e il consumo settimanale di oltre 21 unità aumentano il rischio di demenza. L’uso dannoso di alcol è un fattore di rischio per più di 200 malattie ed è associato ad altri incidenti. Esiste una relazione causale tra l’uso dannoso di alcol e una serie di disturbi mentali e comportamentali, insieme ad altre malattie non trasmissibili e danni alla salute.

Inquinamento atmosferico

Sempre più evidenze scientifiche stanno dimostrando che l’inquinamento atmosferico aumenta il rischio di demenza. I rappresentanti politici dovrebbero accelerare l’implementazione di politiche per il miglioramento della qualità dell’aria, in particolare nelle aree ad alto inquinamento.

Traumi cranici

I traumi cranici sono solitamente causati da incidenti automobilistici, motociclistici e ciclistici; dalla partecipazione ad azioni militari; da attività sportive quali boxe, calcio, hockey e altri sport; da lesioni da armi da fuoco e aggressioni violente; e da cadute. I rappresentanti politici dovrebbero adottare politiche di salute pubblica e altre politiche per ridurre i traumi cranici nella popolazione.

Relazioni sociali limitate

È ormai noto che le relazioni sociali riducono il rischio di demenza. Rimanere in contatto con gli altri migliora la riserva cognitiva o favorisce comportamenti protettivi. Non ci sono evidenze particolari che indicano attività sociali specifiche che aiutano a prevenire la demenza. Tuttavia, un buon modo per rimanere socialmente attivi è entrare a far parte di un club o un gruppo nella propria comunità.

Basso livello di istruzione

Un basso livello di istruzione nella prima infanzia influisce sulla riserva cognitiva ed è uno dei fattori di rischio più significativi per la demenza. I responsabili politici dovrebbero dare la priorità all’istruzione infantile per tutti.

L’obesità

Soprattutto quando si raggiunge la mezza età, l’obesità è associata ad un aumentato rischio di demenza. L’obesità è anche associata ad altre malattie non trasmissibili e può generalmente essere affrontata attraverso cambiamenti nello stile di vita come la dieta e l’esercizio fisico.

Ipertensione

L’ipertensione (alta pressione sanguigna) nella mezza età aumenta il rischio di demenza, oltre a causare altri problemi di salute. I farmaci per l’ipertensione sono l’unico farmaco preventivo efficace noto per la demenza.

Il diabete

Il diabete di tipo 2 è uno dei più importanti fattori di rischio per lo sviluppo della demenza. Non è ancora chiaro se esistano farmaci efficaci in questo senso, ma curare il diabete è importante anche per prevenire altre condizioni di salute.

La depressione

La depressione è associata all’incidenza della demenza. La depressione fa parte del prodromo della demenza (un sintomo che si verifica prima dei sintomi che vengono utilizzati per la diagnosi). Non è chiaro fino a che punto la demenza possa essere causata dalla depressione o se, viceversa, la depressione viene causata da una demenza. Entrambi i casi potrebbero essere validi. Ad ogni modo, è importante gestire e curare la depressione anche perché è associata ad un aumento della disabilità, e all’insorgenza di malattie fisiche e condizioni di vita peggiori per le persone con demenza.

Compromissione dell’udito

Le persone con deficit dell’udito sono molto più a rischio di sviluppare una demenza. L’utilizzo di apparecchi acustici può ridurre tale rischio. Poiché la perdita dell’udito è uno dei fattori di rischio che colpisce di più la popolazione, prendersene cura potrebbe comportare un grande impatto sul numero di persone che sviluppano una demenza.

Alzheimer’s Disease International:

Vita Magazine: “Alzheimer: mai troppo presto e mai troppo tardi per la prevenzione”